"Una delle poche cose per le quali valga la pena di vivere è la costruzione di se stessi come un vero essere umano. Nascere uomini è qualcosa che a tutti noi tocca come condizione gratuita. Usciamo da un ventre materno senza aver fatto nulla. Il nostro concepimento non è un atto di volontà. Ma il concepimento e il parto ci consegnano alla vita come evento biologico, biomeccanico. Fare di noi qualcos'altro, diventare quell'essere umano che è stato fondato dal processo di liberazione, è il capolavoro a cui l'uomo dovrebbe dedicare tutta la propria vita. Produrre, consumare, generare scorie fanno parte di una sorta di sopravvivenza biomeccanica. La vita è dare a questa sopravvivenza biomeccanica un senso. E questo non può arrivarci per generosa concessione altrui. Costruire questo senso è entrare in guerra, una guerra che non si conduce con le armi ma con il pensiero, con le emozioni, con i sentimenti, con il processo di conoscenza"
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