giovedì 29 novembre 2007

sabato 24 novembre 2007

Manifestazione Nazionale contro la Violenza sulle Donne


Visto che siamo così bravi, attenti e sempre pronti a scandalizzarci e a condannare (e giustamente) il modo in cui le donne vengono trattate nelle altre culture (leggi Islam), riporto qui a seguire un breve comunicato ripreso dal sito “Violenza contro le Donne” (http://www.controviolenzadonne.org): l'occasione è un corteo contro la violenza sulle donne che oggi pomeriggio sfilerà per le strade di Roma, con partenza da Piazza della Repubblica e arrivo a Piazza Navona.
I dati mi sembrano allarmanti. Che serva almeno come pro-memoria!!!

Care amiche,
è necessario e urgente organizzare quanto prima una manifestazione nazionale contro la violenza sulle donne.
La vita di molte ragazze e di molte donne continua a essere spezzata, le loro capacità intellettive e affettive brutalmente compromesse. Il femminicidio per ‘amore’ di padri, fidanzati o ex mariti è una vergogna senza fine che continua a passare come devianza di singoli. Il tema continua a essere trattato dai mezzi di informazione come cronaca pura, avallando la tesi che si tratti di qualcosa di ineluttabile, mentre stiamo assistendo impotenti ad un grave arretramento culturale, rafforzato da una mercificazione senza precedenti del corpo delle donne.
I numeri, lo sappiamo tutte, sono impressionanti:
- Oltre 14 milioni di donne italiane sono state oggetto di violenza fisica, sessuale e psicologica nella loro vita.
- La maggior parte di queste violenze arrivano dal partner (come il 69,7% degli stupri) o dall’ambito familiare
- Oltre il 94% non è mai stata denunciata. Solo nel 24,8% dei casi la violenza è stata ad opera di uno sconosciuto, mentre si abbassa l'età media delle vittime:
- Un milione e 400mila ha subito uno stupro prima dei 16 anni.
- Solo il 18,2% delle donne considera la violenza subita in famiglia un ‘reato’, mentre il 44% lo giudica semplicemente ‘qualcosa di sbagliato’ e ben il 36% solo ‘qualcosa che è accaduto’. (dati Istat)
La violenza sulle donne è accettata storicamente e socialmente. Viene inflitta senza differenza di età, colore della pelle o status ed è il peggiore crimine contro l’umanità. Quello di una parte contro l’altra. La politica e le istituzioni d’altro canto continuano a ignorare il tema pubblicamente.
Senza una battaglia culturale che sconfigga una volta per tutte patriarcato e maschilismo, non sarà possibile attivare un nuovo patto di convivenza tra uomini e donne che tanto gioverebbe alla parola civiltà.
Una grande manifestazione nazionale dove tutte le donne possano scendere di nuovo in piazza a fianco delle donne vittime di violenza e per i diritti delle donne, può e deve riportare il tema al centro del dibattito culturale e politico.
Ma è importante sapere quante siamo, perché per farci sentire dovremo essere in molte.
Vi preghiamo di sottoscrivere e di diffondere il più possibile questo appello inoltrando il link del sito ad amiche e associazioni.
Vi invitiamo a seguire gli aggiornamenti sul sito.
Un caro saluto a tutte (controviolenzadonne.org)

mercoledì 21 novembre 2007

Osvaldo Soriano - " Fútbol"




"Ci sono tre generi di calciatori. Quelli che vedono gli spazi liberi, gli stessi spazi che qualunque fesso può vedere dalla tribuna e li vedi e sei contento e ti senti soddisfatto quando la palla cade dove deve cadere. Poi ci sono quelli che all'improvviso ti fanno vedere uno spazio libero, uno spazio che tu stesso o forse gli altri avrebbero potuto vedere se avessero osservato attentamente. Quelli ti prendono di sorpresa. E poi ci sono quelli che creano un nuovo spazio dove non avrebbe dovuto esserci nessuno spazio.
Questi sono i profeti. I poeti del gioco".

domenica 18 novembre 2007

Con queste facce un po' così - Genova, 17 Novembre 2007


"Dimostriamo per la democrazia; non lasciatevi provocare dai figli di puttana. Qui se non ci aiutiamo da noi non ci aiuta un cazzo di nessuno e mandate affanculo i profeti di sventura!"
Don Andrea Gallo, Comunità San Benedetto, Genova

sabato 17 novembre 2007

... la traccia aperta di una ferita


Il Manifesto (17 Novembre 2007)
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Genova, schiacciata sul mare, sembra cercare respiro al largo, verso l'orizzonte. / Genova, repubblicana di cuore, vento di sale, d'anima forte. / Genova che si perde in centro nei labirintici vecchi carrugi, parole antiche e nuove sparate a colpi come da archibugi. / Genova, quella giornata di luglio, d'un caldo torrido d'Africa nera. / Sfera di sole a piombo, rombo di gente, tesa atmosfera. / Nera o blu l'uniforme, precisi gli ordini, sudore e rabbia; / facce e scudi da Opliti, l'odio di dentro come una scabbia. / Ma poco più lontano, un pensionato ed un vecchio cane /guardavano un aeroplano che lento andava macchiando il mare; / una voce spezzava l'urlare estatico dei bambini. / Panni distesi al sole, come una beffa, dentro ai giardini.

Uscir di casa a vent'anni è quasi un obbligo, quasi un dovere, / piacere d'incontri a grappoli, ideali identici, essere e avere, / la grande folla chiama, canti e colori, grida ed avanza, / sfida il sole implacabile, quasi incredibile passo di danza. / Genova chiusa da sbarre, Genova soffre come in prigione, / Genova marcata a vista attende un soffio di liberazione. / Dentro gli uffici uomini freddi discutono la strategia /e uomini caldi esplodono un colpo secco, morte e follia. / Si rompe il tempo e l'attimo, per un istante, resta sospeso, / appeso al buio e al niente, poi l'assurdo video ritorna acceso; / marionette si muovono, cercando alibi per quelle vite / dissipate e disperse nell'aspro odore della cordite.


Genova non sa ancora niente, lenta agonizza, fuoco e rumore, / ma come quella vita giovane spenta, Genova muore. / Per quanti giorni l'odio colpirà ancora a mani piene. / Genova risponde al porto con l'urlo alto delle sirene. / Poi tutto ricomincia come ogni giorno e chi ha la ragione, / dico nobili uomini, danno implacabile giustificazione, / come ci fosse un modo, uno soltanto, per riportare / una vita troncata, tutta una vita da immaginare. / Genova non ha scordato perché è difficile dimenticare, / c'è traffico, mare e accento danzante e vicoli da camminare. / La Lanterna impassibile guarda da secoli gli scogli e l'onda. / Ritorna come sempre, quasi normale, piazza Alimonda.

La "salvia splendens" luccica, copre un'aiuola triangolare, / viaggia il traffico solito scorrendo rapido e irregolare. / Dal bar caffè e grappini, verde un'edicola vende la vita.

Resta, amara e indelebile, r
esta, amara e indelebile, resta, amara e indelebile,
la traccia aperta di una ferita.

Francesco Guccini
Piazza Alimonda

mercoledì 14 novembre 2007

martedì 13 novembre 2007

"Nunca nos callaremos y mucho menos a la voz de un monarca"


L’antefatto:
Santiago del Cile, 10 Novembre 2007. Summit Ibero-Americano a cui partecipano rappresentanti dei due governi iberici e di quelli sudamericani.
Durante il suo discorso, Hugo Chávez, presidente del Venezuela, apostrofa come fascista José Maria Aznar (ex capo el governo spagnolo), accusandolo poi di aver appoggiato il fallito colpo di stato del 12 aprile del 2002 ai danni del governo Chávez, democraticamente eletto nel 1999.
Le reazioni spagnole sono immediate, tanto da parte di Zapatero che di re Juan Carlos il quale, dopo aver urlato contro Hugo Chávez; “"¿Por qué no te callas?”, lascia la riunione in corso.
Oggi la risposta di Hugo Chávez:
"Señor Rey responda: ¿sabía usted del golpe de Estado contra el gobierno de Venezuela?
Es muy difícil pensar que el embajador español va a estar en palacio (de Miraflores) apoyando a los golpistas sin autorización de su majestad, ya que él dirige la política exterior. Ahora yo entiendo la furia del rey.”
Prosegue poi:
“Ante esa pregunta ("¿Por qué no te callas?"), señor rey, yo le digo lo siguiente: tenemos quinientos años aquí, nunca nos callaremos y mucho menos a la voz de un monarca."

lunedì 12 novembre 2007

... nessuno che mi chieda come mi sento, ho 22 minuti per andarmene...

Non c'è più religione


Lo spregio di Papa Ràzzinghe

UN VESCOVO PISANO A LIVORNO !

La città si ribella:
PIUTTOSTO SI DOVENTA MUSSURMANI!
Tumurti e barriate dappertutto

Le prime barriate l’hanno fatte a norde, propio dalla parte di Pisa. Che è propio di lì che ‘r due dicembre deve arrivà ‘r novo vescovo di Livorno. Ma mia un vescovo qualunque! Un vescovo pisano! Roba che a dillo pare tutta un’invenzione, così tanto per ride’! E ‘nvece è tutto vero, potessi morì, è roba da piange’!
Sicché dé, i livornesi l’aspettano a bracci aperti! E generosi come sempre! Sulle barriate ‘nfatti c’è di tutto: reti del letto arrugginite, materassi rotti, armadi vecchi, televisori sfatti, batterie scàrie, sòcere che rompano ‘ ‘oglioni… tutta la roba ‘nzomma che di solito finisce per la strada accanto a’ ‘assonetti, così ora ‘un ciavranno più da ammattì nemmeno li spazzini!
Eppoi i posti di brocco! Ce n’è digià una decina, co’ portuali di guardia belli grossi, e come vedano quarcuno che arriva di lassù, deve tirà fori un doumento! Se putaàso c’è scritto nato a Pisa, lo rimandano addietro a gollettoni!
E questo sortanto per la periferia! In città poi, c’è un’aria pesa da morì! Saracinesche abbassate, atobussi fermi, scole chiuse, l’impiegati der Comune già fori alle dieci di mattina ‘nvece dell’undici, l’impiegati della Provincia che restano tutti ar barre senza nemmeno rifà capolino nell’uffici, i cani che i su’ padroni li portano a caà dappertutto come sempre ma ora anche dipiù davanti ar vescovado…
E dappertutto cortei di gente ‘mbervita che si sgola a urlà “Pisamerda”, “Ràzzinghe t’attacchi ar tramme”, “A messa cor pisano ‘un ci si viene più”...
No, mia per nulla, ma uno spregio peggio ‘r papa ‘un ce lo poteva fa’! Te lo ‘mmagini i livornesi ‘n chiesa che s’inginocchiano davanti a un vescovo di Pisa?!
Piuttosto, a buoritto davanti a un aiatollà! Che lui è arabo, n’importassai se quando dice Allà ni rispondi ‘r budello di tu’ ma’! Che difatti c’è già un fottìo di gristiani che si vogliano sbattezzà per doventà propio mussurmani! No perché ni garbi dipiù Maometto di Gesù, ma l’importante è ‘un dalla vinta a quello spregioso di Ràzzinghe! Che già è antepatio di suo con quella ghigna propio a tedesco ‘ndigesto, che a sentillo ragionà con quell’accento ti par di ritornà ar tempo della guerra, eppoi ora s’è messo co’ pisani…
Tanto parlano ammodino, anche loro! C’è un sacco di mamme hanno già ritirato i su’ bimbi dar catechismo perapposta, hanno paura che ora nelo ‘mparino in pisano! Ir su’ padrenostro presempio fa’ «Padrenostro che sei ne’ celi, gaò, o guarda un popoìno se ci dai ‘r nostro pane cotidiano senza fallo rincarà troppo, arrigaò, e già che ci sei mettici anche un popò di mortatella, gaò e arrigaò un’artra vorta!…»
Però sai, nelle proteste religiose ‘un si mai dove si va a finì! Che difatti, colla scusa d’esse’ doventati mussurmani, c’è gente che rincorre le sore per tromballe! Che spavento, poverine! Speciarmente quelle affriane! Una sorina tutta nera presempio l’hanno rinchiusa ‘n un cantino, un troiaio s’è aperto i pantaloni e n’ha detto sorella guardi vì, lei cià guardato e è doventata bianca!
I preti poi, c’è chi rincorre anche loro per arzanni ‘r gonnellone! Lì però è perioloso! Se ‘ntoppi varche prete sviluppato bene, rischi di restacci male! Come ni dici che te rivòi l’ottopermille che n’hai dato colle tasse, è propio cor cazzo che te lo ridà!
E ‘nzomma la situazione è propio brutta, perfino la Madonna di Mon-tinero è ‘mpenzierita! Dice dé, se arriva i pisani mi mangiano ‘r Bimbino! E dettofatto è ascesa dar quadro e s’è rimpiattata cor bimbo nelle grotte, ‘un vole corre’ rischi!
Menomale però c’è ‘r Sindao ha detto ora ci penza lui, ha mandato un messaggio urgente ar papa! Che difatti ir Primo Cittadino s’è affacciato ar Municipio, e a tutta vella gente sotto che tumurtuava n’ha urlato «Carma, livornesi! A nome di tutta la nostra civilissima città ho scritto ar papa per dinni di ripenzacci! N’ho detto: Santità…»
E la folla in coro: «Ir budello di tu’ ma’!»

Mario Cardinali

(http://www.vernacoliere.com/edicola/index.php)

domenica 11 novembre 2007

... mi hanno dato un po' di fagioli per l'ultimo pasto, ho 23 minuti per andarmene...

Un'altra faccia della vergogna

Domenica 11 Novembre: negli USA è il Veterans Day.
Negli Stati Uniti, 1 senza tetto su 4 è un veterano di guerra (The New York Times): bel riconoscimento per chi, come dice la propaganda dei governanti, ha servito il proprio paese, non sapendo, o magari facendo finta di non sapere che, in realtà, stava difendendo appena gli intressi di quegli stessi governanti.
Bè, ecco un'altra faccia di quell'affare infame e vergognoso che è la guerra.

FOTO - San Antonio, Texas. George W. Bush in visita ai reduci
della guerra in Iraq
(http://www.voltairenet.org/article136827.html)

Al momento di marciare molti non sanno
che alla loro testa marcia il nemico.
La voce che li comanda
è la voce del loro nemico.
E chi parla del nemico
è lui stesso il nemico.

BERTOLD BRECHT

sabato 10 novembre 2007

... tutta la città verrà per vedermi andare all'inferno, ma ho 24 minuti per andarmene...

venerdì 9 novembre 2007

Stanno costruendo la mia forca là fuori e mi rimangono 25 minuti per andarmene....