martedì 11 settembre 2007

Nunca mas

L'11 Settembre del 1973 iniziava un incubo. Un incubo chiamato Augusto José Ramón Pinochet Ugarte. L'incubo dell'ennesimo colpo di stato voluto e pilotato dagli USA che trasformarono l'America Latina in una palestra per dittatori.

L'11 Settembre del 1973 veniva rovesciato il governo socialista democraticamente eletto di Salvador Allende: cominciarono la loro lenta marcia delle infami Carovane della Morte che assassinarono nell'ombra tutti gli oppositori al regime. 1192 desaparecidos, 28mila persone torturate, 300mila costrette a fuggire all’estero. Un incubo per un intero popolo.

L'11 Settembre del 1973 cominciava la sanguinaria dittatura di colui che aveva la "più alta e distinta considerazione" da parte del Cardinal Sodano (nunzio apostolico in Cile dal '77 all'88).

"Al generale Augusto Pinochet Ugarte e alla sua distinta sposa signora Lucia Hiriarde Pinochet, in occasione delle loro nozze d'oro matrimoniali e come pegno di abbondanti grazie divine, con grande piacere impartisco, così come ai loro figli e nipoti, una benedizione apostolica speciale". Ecco le parole che Giovanni Paolo II inviò il 18 febbraio 1993 al dittatore cileno in occazione delle sue nozze d'oro.
E proprio il "papa buono" non perse mai occasione di appoggiare Pinochet, durante le diverse visite in Cile ("Sua Santità conserva il commosso ricordo del suo incontro con i membri della sua
famiglia in occasione della sua straordinaria visita pastorale in Cile", dirà ancora Sodano più tardi) e, successivamente, quando venne incriminato per i crimini commessi durante quella che lo stesso Vaticano definì una "dittatura transitoria".
http://www.ruttar.altervista.org/chiese/1_8_wojtyla_pinochet/wojtyla_pinochet.htm

Anche Victor Jara fu vittima di Pinochet: l'11 Settembre del 1973 fu imprigionato all'interno dello Stadio del Cile (dal 2003 Stadio Victor Jara), trasformato, per l'occasione, in un campo di concentramento: dopo 5 giorni di pestaggi e torture, il 16 Settembre venne ucciso su ordine dello stesso Pinochet.

Canto que mal me sales
cuando tengo que cantar espanto!
Espanto como el que vivo
como el que muero, espanto,
de verme entre tantos y tantos
momentos del infinito
en que el silencio y el grito
son las metas de este canto.
Lo que veo nunca vi.
Lo que he sentido y lo que siento
hará brotar el momento...

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