lunedì 14 aprile 2008

Game Over

Ha vinto l'Italia.
Quella reazionaria, egoista, prepotente, arrogante, violenta, intollerante, quella degli interessi di parte, quella clientelare, quella del "lei non sa chi sono io", quella impune ed impunibile.
Quella di chi crede che la lotta alla mafia, la libertà di pensiero, il conflitto di interessi, l'integrazione, il diritto al lavoro, all'istruzione, alla cultura, alla sanità siano importanti, è vero, ma poi, quello che conta, è il proprio misero orticello di casa.
Ha vinto l'Italia bieca, che guarda al futuro senza ricordarsi il passato prossimo, quella del perché no, quella del tanto sono tutti uguali.
Quella che crede che la legge sì, sia una cosa fondamentale, che non se ne possa fare a meno in una società degna di tale nome, ma che poi vada applicata soltanto per gli altri.
Ha vinto, ancora una volta, il vecchio, l'Italia ultrasettantenne di chi parla del proprio folgorante futuro alle spalle e quella ultracinquantenne che si propone come nuova e che nuova non è.
Ma ha vinto, e questo è veramente l'unica nota positiva, anche la Sinistra.
Hanno vinto quelli che la Sinistra la considerano un'alternativa seria, la migliore tra le vie percorribili. Quelli che, come me, si sono dovuti tappare il naso per non sentire la puzza nauseabonda ed hanno votato Veltroni come segno di protesta, dopo aver sentito cosa Bertinotti avesse da proporre.
Hanno vinto quelli che la Sinistra non l'hanno riconosciuta nelle parole vecchie, vuote, incomprensibili, improponibili, nei pensieri funambolici ed ideologizzati di un Arcobaleno sbiadito che non si è dimostrato un sentiero tra terra e cielo, come credevano i greci, ma che ha condotto all'inferno un'Italia oggi ancora più povera.

E allora 'tacabanda, che inizino le danze. E buon divertimento a tutti!

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